Redditometro e l'autoRedditometro e l'auto

Redditometro e l’auto

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Indice

  1. Introduzione
  2. Cos’è e come funziona il Redditometro
  3. Redditometro per auto nuova
  4. Redditometro per auto usata
  5. Redditometro per auto in leasing
  6. Come contestare il redditometro auto

Introduzione

Dopo l’ennesimo flop sugli aiuti economici, come evidenziato nel secondo Decreto Ristori, e la crescente necessità di un terzo intervento a sostegno di tutte le categorie “dimenticate” dal Governo, è evidente che ci troviamo in una situazione difficile.

Sicuramente, si prevede l’utilizzo di fondi europei, ma ciò comporterà inevitabilmente interessi da pagare, complicando ulteriormente la ripresa economica. Dunque, diventa complesso pensare a una ripresa spontanea delle finanze.

L’unica via d’uscita per il Governo sembra essere la lotta all’evasione fiscale. Infatti, mentre la pandemia ha cambiato le vite di tutti noi, alterando anche il nostro approccio al lavoro, non ha fornito strumenti adeguati per contrastare l’evasione fiscale. Anzi, ci si è trovati di fronte a una situazione in cui l’attenzione fiscale si concentrava sulle spese dei contribuenti, mirando a ricostruire il reddito prodotto o, perlomeno, il flusso di denaro necessario per il tenore di vita rappresentato dal redditometro.

Cos’è e come funziona il Redditometro

Il redditometro si basa su un principio fondamentale: chi spende di più di quanto dichiara all’Agenzia delle Entrate è presumibilmente in possesso di redditi non dichiarati. Tuttavia, la logica sembra ora invertita; chi spende di più viene considerato più guadagnante!

Infatti, il software utilizzato dal fisco mette a confronto, da un lato, i redditi dichiarati e, dall’altro, gli acquisti che comportano incrementi patrimoniali. Qualora si riscontri uno scostamento superiore al 20% rispetto a quanto dichiarato per l’annualità in accertamento, scatta automaticamente l’allerta per l’ufficio delle imposte competente.

Redditometro per auto nuova

Il redditometro è applicato a qualsiasi acquisto effettuato dai contribuenti, ma si concentra in particolare su beni di valore elevato e tracciabili. Questa attenzione si estende a contratti di acquisto di beni di consumo, come ad esempio mutui, affitti, viaggi e utenze telefoniche. Inoltre, non possiamo dimenticare che si aggiungono anche tutte le spese di manutenzione e riparazione.

È importante notare che, se un contribuente acquista un’auto senza avere un reddito sufficiente per coprire sia il prezzo di acquisto che le spese di mantenimento (come bollo, assicurazione e carburante), è probabile che venga convocato per giustificare l’origine del denaro speso.

Redditometro per auto usata

Fortunatamente, per chi acquista un’auto di seconda mano, la situazione sembra migliore. La Suprema Corte ha stabilito che non c’è rischio di accertamento fiscale se il valore residuo dell’auto usata è minimo. Tuttavia, se l’auto mantiene un discreto valore, il controllo rimane lecito, soprattutto in presenza di spese di mantenimento elevate.

Redditometro per auto in leasing

Secondo recenti pronunce, il redditometro può essere applicato anche alle auto in leasing. La Cassazione ha riconosciuto la legittimità dell’accertamento fiscale basato sul redditometro, anche se il contribuente non ha acquistato l’auto, ma l’ha presa in leasing. Infatti, la legge Art. 38 DPR n. 600/1973, consente all’amministrazione finanziaria di presupporre un reddito maggiore di quello dichiarato, basandosi su elementi indiziari gravi, precisi e concordanti.

Come contestare il redditometro auto

Nel caso in cui un contribuente venga convocato dalla Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate per chiarimenti riguardanti spese superiori al 20% rispetto ai redditi dichiarati, è fondamentale dimostrare l’origine di tali redditi. Qualora l’Agenzia delle Entrate notificasse un accertamento fiscale, il contribuente potrà impugnare la decisione, presentando prove documentali e dimostrando eventuali errori procedurali, materiali o di calcolo.

In particolare, il contribuente potrà dimostrare che:

  • i fondi provengono da prestiti tra parenti, fornendo la prova del passaggio di denaro;
  • i soldi derivano da risarcimenti assicurativi o vincite al gioco, presentando la documentazione necessaria;
  • ha venduto un oggetto di sua proprietà, utilizzando il ricavato per l’acquisto di un nuovo veicolo;
  • ha ottenuto un mutuo o ha percepito redditi esenti già tassati alla fonte.

In questo contesto, è fondamentale prestare particolare attenzione alla documentazione delle spese, poiché ogni dettaglio può fare la differenza in fase di accertamento.

Eventuali esigenze specifiche del lettore vanno analizzate, infattin per ulteriori approfondimenti, puoi richiedere una CONSULENZA gratuita sul nostro blog, dove esperti del settore verificheranno se ci sono i presupposti per applicare i nostri servizi e ridurre il rischio di accertamenti fiscali.


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