L’ultima evoluzione degli NFT: Strumento ContrattualeL’ultima evoluzione degli NFT: Strumento Contrattuale

L’ultima evoluzione degli NFT: Strumento Contrattuale

L’ultima evoluzione degli NFT: Strumento Contrattuale


Indice

  1. Introduzione
  2. Tutto ciò che è collezionabile può essere attratto e rappresentato da un NFT
  3. Bisogna sempre ricordare che per capire di cosa si tratta è utile tornare alla definizione di “NFT”
  4. L’ultima evoluzione degli NFT prevede che gli Smart Contract di norma contengano:
  5. L’anonimato che caratterizza le operazioni su BlockChain viene meno quando si parla di NFT
  6. Un contratto garantito da un terzo imparziale
  7. L’ultima evoluzione degli NFT ha quindi il vantaggio di poter trasferire/estendere l’obbligazione a diversi soggetti
  8. La possibilità di “combinare” smart-contract
  9. Le piattaforme per l’utilizzo degli NFT
  10. Prospettive di sviluppo dell’ultima evoluzione degli NFT
  11. Conclusioni

L’ultima evoluzione degli NFT contempla la possibilità di utilizzare questi certificati “di proprietà” nati per le opere digitali, come un potente strumento contrattuale anche per i professionisti e le imprese.

Abbiamo già avuto modo su tax blog di interessarci del Metaverso delle CryptoValute, e dell’uso indiscriminato di cui ne fanno i VIP nel mondo; Non possiamo non soffermarci sulle attività dello Studio libero Professionale e nelle aziende.

È utile anche l’interpretazione che ne da Mark Zuckerberg del suo Metaverso visto che Meta ex Facebook si sta dirigendo proprio in questa direzione.

Introduzione

Ecco alcune evidenze, le piattaforme di utilizzo e le possibili prospettive di sviluppo, degli smart contract per i Professionisti, le imprese e perchè no, anche la Pubblica Amministrazione.

In questo momento di espansione, che potrebbe stabilizzare la crescita d’impiego o condannare all’oblio questo nuovo orizzonte tecnologico, gli NFT si stanno espandendo oltre il settore della crypto-art che li aveva fatti esplodere, cercando sempre nuove identità digitali e sperimentare nuove funzionalità.

Tutto ciò che è collezionabile può essere attratto e rappresentato da un NFT;

Tra i “collectables” più bizzarri recentemente ceduti come NFT si registra, ad esempio, chi ha venduto il codice sorgente di internet, chi invece come l’Università della California ha venduto come NFT una sorta di copia autografata di parte del lavoro del premio Nobel James Allison; chi invece progetta di vendere il proprio genoma, i professionisti trasformeranno in NFT il prodotto del loro lavoro.

Le evoluzioni del fenomeno NFT si basano sempre sul principio per cui, i token non fungibili, sono utilizzabili per “digitalizzare” beni collezionabili o conservabili.

Volendo immaginare di aprire nuovi impieghi per l’NFT, a volte di fatto è possibile creare dal nulla un bene ed attribuirgli un valore, altrimenti non spendibile sul web o perché non vendibile o perché già troppo diffuso. La rivoluzione è l’unicità data dal concetto di Non Fungible Token “NFT”.

Nel mercato degli NFT inizia però a muoversi qualcos’altro, qualcosa di forse più interessante e più duraturo della semplice possibilità di “autografare” pezzi di codice, fotografie oppure quadri e sculture.

Se studiamo quindi le caratteristiche essenziali degli NFT, ci rendiamo conto che questi possono essere un potente strumento contrattuale, e che sono quindi reinventabili come strumento giuridico in un senso più ampio, che possa spaziare dalla fiscalità alla medicina, oppure dalla libera contrattazione civile al prova e data certa nel processo per altro già ampiamente telematico.

Bisogna sempre ricordare che per capire di cosa si tratta è utile tornare alla definizione di “NFT“.

Infatti chi acquista un non fungible token acquista di fatto una piccola serie di bit, che digitalizzano uno speciale contratto, lo “Smart Contract” il quale è costituito da un preciso standard tecnologico ad esempio su OpenSea uno dei Market Place dove si scambiano gli NFT attraverso gli standard utilizzati ERC-721 o ERC-1155 i sistemi (ce ne sono moti altri) sono universalmente riconosciuti a valenza notarile.

L’ultima evoluzione degli NFT prevede che gli Smart Contract di norma contengano:

(1) collegamento al Wallet portafoglio digitale che si occupa dell’aspetto finanziario di ogni NFT scambi o prenotazioni di cryptovaluta.

(2) la serie di bit oggetto del contratto, la quale sarà successivamente spezzettata e distribuita nella rete rimanendo collegati in testa e coda per mezzo dei puntatori, Il sistema forma la ormai famosa BlockChain;

(3) l’indirizzo, l’account, il soggetto informatico, da cui proviene la serie di bit;

(4) una serie di regole e condizioni che disciplinano alcuni aspetti tecnici e soprattutto quelli legali da uniformare al paese ove viene effettuata l’invio;;

(5) l’indirizzo del destinatario della serie di bit, di norma il gestore del Market Place e successivamente gli acquirenti i cedenti e comunque l’ultimo beneficiario;

(6) attribuzione di una frase chiave di almeno 12 parole.

Per quel che interessa il mondo delle professioni, la serie di bit oggetto del contratto rimanda con una funzione di hash, ovvero un riferimento univoco ad un file oppure ad un contenuto preciso nella rete.

Quel che dà valore al contenuto e lo distingue dalle sue infinite repliche sulla rete è l’audience dell’account “sempre accreditato”, da cui proviene il contenuto stesso e che ne costituisce, di fatto, la proprietà, paternità oppure la firma. Proprio quello che cercano i Professionisti la Rappresentanza e la Responsabilità Legale.

L’anonimato che caratterizza le operazioni su BlockChain viene quindi meno quando si parla di NFT

Anzi è essenziale denunciare il collegamento fra l’autore dell’opera e l’account da cui questa proviene, perché sarà proprio la provenienza dell’opera professionale da un dato account legittimo a conferirle valore, la tecnologia BlockChain consentirà di poter risalire la catena delle cessioni a ritroso fino al creatore con sicurezza e senza possibilità di errori, plagi o truffe.

L’opera anche Professionale in sé, potrebbe non essere inclusa nel token, il contratto quindi include solamente un rimando univoco all’opera professionale, che sarà poi conservata altrove sulla rete spesso con sistemi sicuri come gli indirizzi IPFS InterPlanetary File System.

Un contratto garantito da un terzo imparziale

L’NFT però evidentemente si presta anche a nascondere il contenuto dell’opera trasferita e questo può essere un ottimo espediente per trasferire ad esempio la paternità di un diritto intellettuale che non può ancora essere reso pubblico.

L’effetto è quello di un contratto “garantito” da una figura terza e imparziale senza la necessità di dover divulgare il contenuto dell’opera al terzo né di pagare il realizzatore per la sua attività come detto in bozza od incompleta.

Il terzo imparziale è sostituito dalla blockchain, che con il proprio registro distribuito garantisce con certezza data e contenuto di una determinata operazione.

L’ultima evoluzione degli NFT, può contiene un riferimento univoco al file della bozza di un’opera professionale.

Ad entrambe le parti del contratto, senza che nessuno possa conoscere il contenuto dell’originale, Si possono associare lo smart contract al file originale in modo univoco, dimostrando che il contratto era riferito a quell’opera e sottoscritto in una certa data.

Le potenzialità degli NFT come strumenti contrattuali

È pur vero che una semplice operazione di trasferimento di fondi su BlockChain consente di ottenere lo stesso effetto della data certa (inserendo come “causale” l’hash del file), ed è pur vero che l’ultima evoluzione degli NFT li vede collegabili in altri smart-contract consentendo così di trasferire la disponibilità di opere o documenti da mantenere “nascosti”.

I contratti che solitamente regolano gli NFT hanno dei vantaggi rispetto alle alternative descritte sopra per le transazioni in crypto valuta, in quanto sono molto più evoluti rispetto a una “semplice” transazione su BlockChain e, al contempo, sono in formato standard, molto diffusi e quindi più semplici da utilizzare anche per l’utente meno esperto.

Quanto alle potenzialità degli strumenti che gestiscono gli NFT, più evolute rispetto alle semplici transazioni su BlockChain o al progetto OpenTimeStamps che nasce con l’obiettivo di attribuire la sola data certa dei file, basti pensare ad esempio alla possibilità di trasferire il contratto con NFT annesso, fra professionista e cliente, nel caso in cui il Professionista voglia cedere il contratto a terzi interessati alla sua attività, ovvero gestire la diffusione di quello che si preannuncia un grande lavoro unitamente ad un altro professionista per esigenze di economia di scala. Quante volte ad esempio per eseguire un’attività il commercialista è costretto ad usufruire di altri professionisti quali medici, ingegneri, architetti, avvocati, ecc. ecc.

Gli standard contrattuali che regolano gli NFT su Ethereum sono perfettamente in grado di regolare una cessione totale o parziale dell’NFT, consentendo così alle parti del contratto originario una gestione digitale molto più flessibile nel loro rapporto negoziale.

Un altro esempio che consente di intuire le potenzialità dei sistemi contrattuali legati agli NFT è quello di un patto di riservatezza (NDA), in cui i dati da non divulgare potrebbero essere inclusi in un rimando contenuto in un NFT fra il titolare dei dati e il soggetto tenuto a non divulgarli.

Anche qui, un NFT permette alle parti di avere ben chiaro contenuto e limiti dell’obbligazione di non divulgazione, consentendo alle parti di documentare con precisione quando la pattuizione è stata negoziata e a quali dati va limitata o rivolta.

L’ultima evoluzione degli NFT ha quindi il vantaggio di poter trasferire/estendere l’obbligazione a diversi soggetti.

Altri casi d’uso interessanti sono quelli, ad esempio, dei brevetti e dei contratti di sviluppo, che possono veder “registrati” su NFT i vari stati di avanzamento, con data certa per la detenzione od il relativo trasferimento di obbligazioni.

È chiaro che i casi d’uso della tecnologia alla base degli NFT nel settore del diritto siano molto più estesi rispetto a quelli astrattamente ipotizzabili oggi.

Gli smart-contract, sono diventati famosi con la vendita di collectibles, ma sono certamente destinati a sopravvivere all’hype e continuare a popolare il nostro quotidiano come strumenti dedicati a professionisti e imprenditori, Soamo anche certi che la Pubblica Amministrazione non sta li a guardare per il momento sta sperimentando le sue BlockChain nei rapporti con l’esterno, ma non è escluso che a breve le prestazioni sanitarie dell’INPS potrebbero essere rappresentate dall’ultima evoluzione degli NFT.

La possibilità di “combinare” smart-contract

L’utilizzo degli smart-contract dedicati agli NFT, quindi a prodotti, servizi opere dell’arte o dell’ingegno che sono e devono rimanere “unici” ben si presta anche a forme evolute di contrattualizzazione su BlockChain ricorderemo che partono da un contratto NFT (es. ERC721) per la cessione di un bene “unico” e che deve rimanere tale.

A questo NFT iniziale si possono aggiungere altri contratti secondo diversi standard ad esempio ERC20, il token “base” di Ethereum per gli smart contract.

Questi ulteriori, o contratti dipendenti sono invece focalizzati sulla transizione economica e quindi possono essere utilizzati ad esempio per gestire sub-licenze di un’opera intellettuale inizialmente ceduta via NFT.

La “tokenizzazione” attraverso l’ultima evoluzione degli NFT non è quindi, che la punta dell’iceberg per l’utilizzo professionale ed aziendale di questi contratti su BlockChain, indubbiamente il fenomeno della crypto-art ha contribuito a far conoscere e familiarizzare il grande pubblico.

Le piattaforme per l’utilizzo degli NFT

Ovviamente questi discorsi complessi dovranno essere tradotti in strumenti molto semplici ed immediati da utilizzare perché possano diffondersi al grande pubblico, ed in realtà ci sono già degli applicativi che si stanno occupando di queste soluzioni rivolte al mondo business.

Un interessante esempio italiano è Pablock, sviluppato da un’azienda spin-off del Politecnico di Milano, che offre su una comoda e intuitiva app un servizio API con le caratteristiche della certificazione notarile, creare NFT o token ERC20, il sistema presenta anche un meccanismo di “verifica” dell’utente per comprovare l’identità del soggetto che opera sulla BlockChain.

Il sistema operando su Ethereum ha il vantaggio di essere del tutto decentralizzato e quindi potenzialmente interoperabile con altri NFT.

Interessante è anche la proposta di Stampd che propone la creazione di NFT per finalità di certificazione notarile sulla blockchain di Cardano un’altra BlockChain basata su proof-of-stake, i file sono poi automaticamente caricati su InterPlanetary File System (IPFS).

Su iOS Apple, invece, è disponibile l’app S!NG, che promette la certificazione notarile come NFT per “ogni idea”. grazie al suo Smart Contract molto versatile.

Altra soluzione italiana è Dedit, che si fonda sulla BlockChain di Algorand, una BlockChain basata su un meccanismo di consenso proof-of-stake è stata lanciata nel 2019, la quale pur non consentendo di creare NFT, permette soluzioni di certificazione notarile in parte assimilabili, infatti combina la certificazione notarile su BlockChain e servizi di firma digitale.

Prospettive di sviluppo dell’ultima evoluzione degli NFT

Dopo aver scosso dalle fondamenta il mondo dell’arte, gli NFT sono stati oggetto di accesi entusiasmi e di argomentati ridimensionamenti. proprio quando si accede ai sistemi di conservazione e sicurezza, Di norma gli archivi dello studio del professionista sono sicuri e reperibili in qualsiasi momento, potrebbe non essere così per via della perdita delle password o la frase chiave per accedere all’NFT.

Comunque vada, va riconosciuto all’NFT l’effetto positivo di aver avvicinato gli utenti all’idea che valori economici estremamente significativi possano essere affidati ad un contratto su BlockChain, avvicinando anche gli utenti meno avvezzi all’idea di una gestione digitale di contratti e trasferimenti di beni immateriali

Cambiamo il modo in cui ci si approccia alla professione digitale ciò consente di ridare valore a contenuti creativi professionali spesso non spendibili per l’eccessiva riproducibilità consentita dal loro supporto informatico e dalla concorrenza.

Segnaliamo l’articolo apparso su Commercialista Telematico per approfondire le piattaforme di Market Place e le loro BlcokChain.

Conclusioni

Questo avvicinamento potrebbe lasciare un’impronta duratura se fosse in grado di avvicinare definitivamente questi strumenti al mondo dei professionisti e delle imprese, rendendoli un asset significativo per la gestione di contratti spesso delicati e difficili da negoziare anche perché necessitano di segretezza da un lato e di certezza dall’altro.


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