Forma scritta per i patti
Forma scritta per i patti
Indice
- Introduzione all’accordo sui compensi professionali
- L’importanza della forma scritta nell’accordo
- Le principali modifiche introdotte dalla Cassazione
- L’azione di Recupero di un Avvocato
- Proposta e accettazione: forma e validità
- Conclusione
Introduzione all’accordo sui compensi professionali
Il rapporto tra cliente e professionista richiede una gestione attenta e formale, soprattutto quando si tratta di definire i compensi. La forma scritta per la stipula di accordi è fondamentale, anche nell’era delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale. L’art. 9 del D.L. 1/2012 ha modificato le tariffe professionali, imponendo una maggiore chiarezza e trasparenza nei rapporti contrattuali. Tuttavia, l’importanza di redigere accordi per iscritto rimane centrale per evitare controversie legali, specialmente in assenza di regolamenti espliciti sulle forme di consenso digitalizzate.
L’importanza della forma scritta nell’accordo
Secondo quanto stabilito dall’art. 2233 c.c., l’accordo sui compensi professionali deve essere redatto in forma scritta per garantire la validità del contratto tra il professionista e il cliente. La necessità di una proposta e di un’accettazione scritta non può essere ignorata, anche nel caso di comunicazioni via email o fax. La Cassazione ha recentemente ribadito l’importanza della forma scritta, sancendo che la mancanza di questa forma rende nullo l’accordo, anche se precedenti trattative sembravano indicare un accordo implicito.
Tra cliente e professionista sul compenso, meglio la forma scritta anche se non digitalizzata con la IA, il professionista previa informativa, deve sempre pattuire il compenso della prestazione.
L’art. 9 del D.L. 1/2012 ha abrogato le tariffe professionali ed ha stabilito che per la liquidazione giudiziale dei compensi il giudice dovrà fare riferimento a parametri ministeriali, fissati con decreto per le diverse categorie professionali.
L’inciso relativo al parere dell’associazione professionale deve ritenersi abrogato in quanto le norme corporative sono state soppresse con R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.
L’art. 2233 c.c. dispone la nullità dei patti conclusi tra i professionisti e clienti sui compensi professionali non è abrogato, proposta e accettazione, per la validità dell’accordo, devono essere quindi redatte in forma scritta
- Accordo sui compensi professionali
- Nessun accordo scritto sul compenso ridotto
- Proposta e accettazione devono avere la stessa forma, il silenzio non ha valore.
Le principali modifiche introdotte dalla Cassazione
Nel giugno del 2022, la Cassazione, nell’ordinanza n. 15563/2022, ha chiarito ulteriormente l’importanza della forma scritta negli accordi tra cliente e professionista. Se, ad esempio, un avvocato invia una proposta via email e non riceve un’accettazione formale nella stessa modalità, l’accordo non può dirsi valido. Questo vale anche nel caso in cui un fax di risposta non faccia esplicitamente riferimento a un criterio indicato nella proposta del cliente.
La decisione della Cassazione si basa su una lettura rigorosa dell’art. 2233 c.c., che impone una chiara distinzione tra proposta e accettazione per garantire la trasparenza e la certezza nei rapporti contrattuali. Questa normativa evita ambiguità e riduce le possibilità di dispute legali, proteggendo entrambe le parti coinvolte nel rapporto professionale.
L’azione di recupero per i compensi di un avvocato
Un esempio pratico che mette in luce l’importanza della forma scritta riguarda un avvocato che ha presentato un’azione legale per recuperare compensi non pagati da una società. L’importo totale richiesto dall’avvocato superava i 122.000,00 euro per tre diverse cause. La società non ha contestato le prestazioni eseguite, ma ha sostenuto di aver concordato con l’avvocato una tariffa ridotta rispetto ai minimi professionali, con una divisione del compenso a metà.
Nonostante la convenuta abbia riconosciuto di aver pagato parte del compenso, il Tribunale ha ridotto l’importo richiesto dall’avvocato, rilevando l’assenza di un accordo scritto formale che giustificasse il compenso richiesto. Questo caso sottolinea ulteriormente l’importanza di stipulare accordi chiari e formali per evitare dispute e ambiguità.
Proposta e accettazione: forma e validità
Come sottolineato dalla Cassazione, la proposta e l’accettazione devono avere la stessa forma per essere considerate valide. Il silenzio non può mai essere interpretato come accettazione, anche se ci sono state trattative precedenti tra le parti. Questo principio, ribadito anche dall’art. 2233 c.c., protegge sia il professionista sia il cliente, garantendo che il consenso sia espresso in modo esplicito e inequivocabile.
Inoltre, la Cassazione ha chiarito che l’art. 2233 c.c. non è stato implicitamente abrogato dalla normativa successiva, ma rimane in vigore. Ciò significa che il compenso professionale deve essere stabilito per iscritto al momento del conferimento dell’incarico. Se non esiste un accordo scritto, il professionista potrebbe avere difficoltà a far valere i propri diritti, anche in presenza di prestazioni eseguite e accettate dal cliente.
Conclusione
In definitiva, è evidente che la forma scritta è essenziale per garantire la validità degli accordi sui compensi professionali. La Cassazione ha ribadito questo principio, sottolineando che il silenzio o le trattative precedenti non possono mai sostituire un accordo scritto formale. Per i professionisti, è fondamentale assicurarsi che tutti gli accordi siano chiaramente redatti e formalizzati, per evitare contestazioni future e proteggere i propri diritti. Allo stesso tempo, i clienti devono essere consapevoli di questi requisiti, per evitare incomprensioni e controversie legali.
Forma scritta per i patti.
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