"eurozona" In piena bolla economica."eurozona" In piena bolla economica.

“eurozona” In piena bolla economica.

Informarsi per comprendere


Indice

  1. Eurozona in piena bolla economica
  2. Il ruolo della Banca Centrale nell’eurozona
  3. Le politiche disfattiste della BCE: pandemia e crisi
  4. La solidarietà europea: un valore perduto
  5. Il futuro dell’eurozona: prospettive e riforme
  6. Interventi richiesti dalla BCE
  7. Come stiamo vivendo in Italia
  8. Gli scandali e gli intrecci
  9. Tutti i mercati ci osservano
  10. Saremo obbligati
  11. L’obiettivo finale
  12. Sembra proprio che la BCE segua le orme del FMI
  13. Altrimenti ci possiamo fidare, dei maggiori esperti di economia mondiale
  14. Non interviene dimostra che non basta, la BCE vuole di più
  15. conclusioni e riflessioni

Eurozona in piena bolla economica

L’eurozona sta attraversando una fase di grande instabilità economica, e non è un segreto che ci troviamo in piena bolla economica. Molti esperti sostengono che questa crisi sia il risultato di una serie di politiche sbagliate da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Le continue pressioni sugli Stati membri e le decisioni monetarie prese nel contesto della crisi hanno portato a una situazione che sembra volutamente indirizzata verso una bolla finanziaria senza precedenti.

Se vuoi approfondire questo argomento, ti invito a guardare il nostro video esplicativo, che analizza nel dettaglio il concetto di Banca Centrale e spiega perché la crisi europea è sfociata in una bolla economica e, successivamente, in una bolla finanziaria.

Il ruolo della Banca Centrale nell’eurozona

La Banca Centrale nell’eurozona ha un ruolo fondamentale nel determinare le politiche economiche e monetarie dell’intero continente. Tuttavia, la BCE è spesso accusata di adottare decisioni che, anziché favorire la crescita economica, sembrano accelerare l’instabilità e le crisi. Le sue politiche, soprattutto in risposta alla pandemia da COVID-19, hanno evidenziato gravi problemi strutturali.

La creazione di una moneta unica e l’istituzione di una banca centrale per tutti i Paesi dell’eurozona sembravano inizialmente soluzioni valide per promuovere la solidarietà e la crescita economica, ma il tempo ha dimostrato che la realtà è diversa. La BCE ha dimostrato una gestione discutibile della situazione economica, con politiche che hanno acuito le disuguaglianze e peggiorato le crisi economiche.

Le politiche disfattiste della BCE: pandemia e crisi

In particolare, durante la crisi pandemica, la BCE ha applicato politiche finanziarie che si sono rivelate disfattiste per molte economie nazionali. Invece di intervenire tempestivamente per immettere liquidità nel sistema, la BCE ha preferito adottare misure che hanno ulteriormente danneggiato le economie più deboli, come quella italiana.

La pandemia ha accentuato la necessità di una risposta comune, ma la BCE ha continuato a distinguere tra le finanze dei Paesi, creando divisioni e discriminazioni. Questo ha contribuito a innescare un aumento della bolla finanziaria già in atto. La questione della evasione fiscale e delle influenze politiche negative, spesso citate come cause dei problemi economici, ha solo aggravato la situazione.

La solidarietà europea: un valore perduto

Quando è nata la Comunità Europea, uno dei suoi valori fondanti era la solidarietà tra i Paesi membri. Tuttavia, nel corso degli anni, questo principio è andato perdendosi, schiacciato dalle pressioni economiche e dalle politiche monetarie imposte dalla BCE. La crescita economica sembra essere diventata un privilegio di pochi, mentre la maggior parte dei Paesi, come l’Italia, fatica a tenere il passo.

Il sistema economico europeo sembra favorire solo chi è già in posizione di forza, lasciando indietro gli Stati con economie più fragili. Questo processo ha ridotto lo Stato nazionale a un semplice intermediario, privando i cittadini della loro identità e della possibilità di un futuro stabile.

Il futuro dell’eurozona: prospettive e riforme

Il futuro dell’eurozona appare incerto. Le direttive confuse e contraddittorie della Banca Centrale Europea hanno contribuito a generare ulteriore instabilità. Nonostante le richieste di riforme strutturali da parte della BCE, gli Stati membri sembrano incapaci di attuarle in maniera efficace. La crisi attuale è stata prolungata volutamente, e le riforme necessarie tardano ad arrivare.

Nel contesto di un mercato comune, la risposta dovrebbe essere condivisa da tutti i Paesi. Tuttavia, la BCE continua a distinguere le finanze delle diverse nazioni, creando tensioni e aumentando il divario economico. I Paesi come l’Italia, che già soffrono di problemi fiscali e politici interni, sono particolarmente colpiti da queste politiche discriminatorie.

Interventi richiesti dalla BCE

Nonostante le evidenti necessità economiche, la BCE non ha ancora adottato misure significative per affrontare la crisi in modo efficace. L’emissione di nuova moneta contante, che sarebbe una soluzione relativamente semplice e a basso costo, non è stata considerata. Questo tipo di intervento potrebbe aumentare la massa monetaria in circolazione e contribuire a risolvere tre problemi fondamentali:

  1. L’economia ha bisogno di creazione di denaro per stimolare la crescita.
  2. Le banche necessitano di liquidità per liberarsi dei debiti accumulati e riequilibrare i propri bilanci.
  3. Il settore immobiliare ha bisogno di maggiori volumi di compravendite per riprendersi.

Tuttavia, la BCE sembra attendere che i Paesi attuino le riforme strutturali richieste, prolungando di fatto la crisi economica. Dall’Italia in particolare oltre le riforme della struttura legale, chiede anche la cessione ovvero la rivalutazione di beni tra mobili ed immobili, attuando così l’allentamento quantitativo.

Come stiamo vivendo in Italia

Una nuova guerra fredda esclusivamente economica basata sulla pressione sociale. Si sta facendo in modo che le riforme siano chieste direttamente dal popolo, sempre più bisognoso

Serpeggia nel mondo economico c.d. neo classico, una preoccupante convinzione e cioè che esiste un solo modello economico che passa attraverso lo smantellamento ed il trasferimento delle funzioni alla Banca Centrale, del Ministero delle Finanze.

Gli scandali e gli intrecci

Tra la politica ed i funzionari dello stesso ministero delle Finanze, favoriscono il convincimento e la condivisione anche dalle fasce sociali difficili da raggiungere da parte della BCE. Perchè le banche distribuite sul territorio comunque si muovono nel campo del doppio gioco, tra le direttive della BCE e le esigenze dei clienti, ciascuno di noi.

Non attuando interventi resi alla ripresa, ma piuttosto improntati allo svilire delle possibilità di crescita, vedi i risvolti del reddito di cittadinanza, il quale favorisce l’ozio ed il lavoro nero del percettore e non il suo regolare impiego. La BCE costringe a tutti noi nel pensiero che dobbiamo favorire riforme ed unione fiscale.

Tutti i mercati ci osservano

Qualsiasi circostanza negativa sia concordemente addebitata dagli economisti di tutto il mondo alla Banca Centrale Europea, di norma la BCE si difende affermando che sono i diversi Ministeri delle Finanze ad indurla in errore ed aggiunge che per evitare in futuro il ripresentarsi dello stesso problema bisogna che gli stati membri:

  1. Trasformino il sistema politico, in pratica si chiede che tutte le iniziative di utilità sociale debbano essere presentate dai burocrati della finanza e non dai politici, che rappresentano l’espressione delle necessità direttamente del popolo sul territorio;
  2. Non sarà possibile alcuna ripresa economica se non attraverso le Riforme Legali e Strutturali;
  3. Ulteriore necessaria trasformazione riguarda specificamente l’economia. La profonda radicale variazione consiste nel passaggio da una economia basata sul risparmio, ad una economia basata sugli investimenti.

Saremo obbligati

A prelevare i risparmi dalle banche e trasferirli nel mercato azionario (vedi il proliferare delle società di trading molto presenti on line) il soggetto ostico a questo sistema è già da tempo, messo in condizione di non produrre più risparmi. Al punto di consentirsi il rimando alla fortuna, vedi il proliferare delle lotterie c.d. gratta e vinci/perdi.

V’è più, per invogliare i correntisti (risparmiatori) a ritirare i soldi dalle banche per investirli direttamente nel mercato finanziario (non più protetto e garantito dalle banche), si assegnano sgravi fiscali sul capital gain, che riguarda le imposte da pagare sui guadagni da investimento.

L’obiettivo finale

Tralasciando il sistema economico cinese, ancora alla ricerca di una identità dopo lo scoppio della bolla generata dal credito basato sugli immobili rivalutati fino al 300%

Ci rimane da osservare cosa è successo al sistema economico delle tigri asiatiche (Corea del sud, Tailandia, Indonesia) come è stato assoggettato dal FMI (Fondo Monetario Internazionale con sede a Washington) il quale pur rivendicando la sua indipendenza, non nasconde evidenti favoritismi verso il sistema da imporre, infatti mente le tigri asiatiche furono costrette ad accettare investimenti dall’estero, in cambio degli aiuti richiesti. Quando fu il maggiore fondo speculativo di investimento ad andare in difficoltà, rischiando di trascinare le maggiori banche d’affari americane il FMI ha imposto a Wall Street di risolvere il problema.

Sembra proprio che la BCE segua le orme del FMI

E che quindi il modello economico previsto anche per noi irriducibili risparmiatori, sia proprio il capitalismo azionario di stile americano. Il sistema se pur ha consentito una discreta crescita agli stati uniti d’america:

  1. Favorisce la crescita della disoccupazione;
  2. Evidenzia le disuguaglianze sociali di reddito e differenzia la distribuzione di volume della ricchezza;
  3. Contribuisce significativamente alla crescita di suicidi ed episodi di delinquenza violenta;
  4. Aumenta il tasso di aggressione da parte dei creditori verso i debitori quando inadempienti. Rallentando la volontà dell’imprenditore di rischiare nell’impresa.

A questo proposito è possibile trarre convincimenti personali osservando proprio la storia della valuta cinese. Il  documentario chiude con l’ottima analisi dell’attività della BCE.

Se avete visto il documentario, Ben tornati;

Altrimenti ci possiamo fidare, dei maggiori esperti di economia mondiale

Siamo tutti coscienti che il principio di solidarietà alla base della nascita dell’unione europea, si è da tempo perso nei trattati europei, oggi il principio della BCE e del suo EURO è la proposizione di politiche monetarie che creano crisi,  che le crisi sono necessarie a favorire le riforme strutturali dei paesi membri.

E che infine con le prefate riforme, lo Stato Nazionale e le sue istituzioni interne sono ridotte ad intermediario verso i cittadini ormai europei. Svuotati di ogni identità e prospettiva di futuro.

Infatti le direttive contraddittorie e confuse della Banca Centrale Europea, diramante alle banche già di per se non capaci di produrre profitti a causa della loro stagionata organizzazione, hanno generato dalla crisi economica anche questa evidente bolla finanziaria.

Non interviene dimostra che non basta, la BCE vuole di più

Per quanto letto, studiato e soprattutto dimostrato dalla concetto di Banca Centrale della BCE è chiaro che la crisi è manipolata anche in europa, ciò soprattutto a causa del fatto che i risultati delle pressioni sui paesi membri e cioè :

  1. il trasferimento del potere legale di emettere moneta;
  2. il trasferimento del potere fiscale.

Non sono stati sufficienti anche alla nostra Banca Centrale, di attuare politiche mirate alla ripresa economica basata verso l’economia di mercato vicina al popolo ed alla coesione e non quella della finanzia asettica e senza cuore.

Conclusioni e riflessioni

In conclusione, l’eurozona si trova in una situazione di grande incertezza economica, e la Banca Centrale Europea sembra essere al centro di questa crisi. Le sue politiche hanno acuito i problemi finanziari e monetari, generando una bolla economica e finanziaria senza precedenti.

La soluzione sembra essere nelle riforme strutturali che la BCE continua a chiedere agli Stati membri.

Tuttavia, la mancanza di trasparenza e la lentezza degli interventi stanno portando l’eurozona verso un punto critico. Il rischio è che, senza un intervento tempestivo, la crisi possa ulteriormente peggiorare, colpendo duramente le economie più fragili come quella italiana.

È importante continuare a informarsi e comprendere meglio i meccanismi che regolano l’economia europea, per poter affrontare con consapevolezza le sfide future.

Quindi l’Europa chiede di più, qualcuno ha capito oppure sa che cosa? A ciascuno le proprie conclusioni, prima di continuare a lamentarci.

Potete inviare il vostro pensiero utilizzando il form sotto.


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