Antiriciclaggio Regola Tecnica n 1 autovalutazione del rischioAntiriciclaggio Regola Tecnica n 1 autovalutazione del rischio

Antiriciclaggio Regola Tecnica n 1 autovalutazione del rischio

Antiriciclaggio: Regola Tecnica n. 1 – Autovalutazione del Rischio


Indice

Introduzione all’Antiriciclaggio

Negli ultimi anni, il tema dell’antiriciclaggio ha acquisito sempre più rilevanza, in particolare in riferimento all’auto-riciclaggio di proventi derivanti da fonti illecite. La fonte più insidiosa di tale fenomeno è, senza dubbio, l’evasione fiscale. Pertanto, è fondamentale che tutti gli attori coinvolti rispettino le normative nazionali ed europee riguardanti un’equa contribuzione.

È importante notare che la vigenza del Decreto Legislativo 231/2007 ha segnato un momento cruciale per la professione del commercialista. Le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 90, hanno l’obiettivo di differenziare il ruolo dei professionisti del settore. Oggi, la responsabilità della difesa della categoria è nelle mani di ogni singolo studio, rendendo fondamentale l’adozione di procedure efficaci di autovalutazione del rischio.

Il Ruolo del Commercialista

Negli studi professionali, è consueto che vengano eseguite attività per conto di clienti. Tuttavia, non di rado, ci si imbatte in tentativi di attivare operazioni che, pur essendo lecite, presentano aspetti ambigui riguardo alla provenienza del denaro e all’effettivo beneficiario dell’operazione. Queste situazioni pongono i professionisti in una posizione di vulnerabilità e richiedono un’analisi attenta delle nuove regole per evitare sanzioni, anche da parte del Consiglio di Disciplina.

Infatti, oltre alle sanzioni penali, il Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti Esperti Contabili ha il potere di radiare i membri non conformi. A tal proposito, il CNDCEC, nella sua funzione di Organismo di autoregolamentazione, ha approvato delle regole tecniche, note come “RT”, durante la seduta del 16 gennaio 2019. Tali regole sono state sottoposte al parere del Comitato di Sicurezza Finanziaria, istituito il 6 dicembre 2018, per garantire la loro corretta applicazione.

Autovalutazione del Rischio

L’articolo 15 del Decreto Legislativo 231/2007 stabilisce che i soggetti obbligati devono adottare procedure oggettive e coerenti per l’analisi e la valutazione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (FT). In questo contesto, è necessario considerare vari fattori di rischio legati alla tipologia di clientela, all’area di operatività, ai canali distributivi e ai prodotti offerti. Inoltre, è fondamentale documentare e aggiornare periodicamente questa valutazione.

Valutazione del Rischio Inerente

Nella RT n. 2, il termine “rischio inerente” si riferisce al rischio associato alle attività svolte dal professionista, classificate per categorie omogenee. Le regole tecniche identificano i seguenti fattori di rischio inerente:

  • Tipologia della clientela
  • Area geografica di operatività
  • Canali distributivi
  • Servizi offerti

Il professionista deve considerare questi fattori per effettuare una valutazione accurata e ponderata.

Valutazione del Rischio di Vulnerabilità

Le regole tecniche evidenziano che un’analisi approfondita dell’assetto organizzativo e dei presidi consente di identificare le vulnerabilità che potrebbero permettere al rischio inerente di concretizzarsi in fenomeni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo non rilevati. I fattori che contribuiscono alla vulnerabilità dello studio includono:

  • Formazione del personale
  • Organizzazione degli adempimenti in materia di adeguata verifica della clientela
  • Conservazione dei documenti e delle informazioni
  • Segnalazione di operazioni sospette

Valutazione del Rischio Residuo

Infine, la valutazione del rischio residuo si basa sulle medie aritmetiche del rischio inerente e di vulnerabilità. In particolare, si assume un peso del 40% per il rischio inerente e del 60% per il rischio di vulnerabilità, considerando che la vulnerabilità ha un impatto maggiore sul rischio complessivo. A questo punto, il professionista deve adottare le necessarie azioni per gestire e mitigare il rischio residuo.

Conclusioni e Raccomandazioni

In conclusione, l’applicazione delle regole tecniche in materia di autovalutazione del rischio è fondamentale per garantire la conformità normativa e prevenire situazioni di rischio. È necessario che ogni studio professionale rediga un documento interno in cui vengono descritte le procedure adottate e le attività di formazione effettuate, mantenendo sempre aggiornato questo documento. Solo attraverso una gestione attenta e consapevole del rischio di riciclaggio sarà possibile proteggere la propria attività e contribuire al rispetto delle norme vigenti.

In aggiunta, è utile collaborare con altri professionisti del settore per favorire la corretta applicazione delle disposizioni normative e migliorare costantemente le proprie pratiche di antiriciclaggio.

Per approfondire ulteriormente l’argomento, consulta le risorse disponibili su CNDCEC e le normative di riferimento sul tema dell’antiriciclaggio.


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